Hop facciamolo sto salto

hop – facciamolo sto salto

Entrare in un luogo in cui tutti possano trovare uno spazio collettivo per creare, socializzare, uscire al di fuori del proprio mondo. Aprire la mente a discorsi e discussioni, fare domande, restare stupiti, crescere e magari evolversi, pensare al di sopra dell’ostacolo. “Fare un balzo verso l’alto restando sempre con i piedi a terra!”

Lui è Edoardo Iaccheo, il maestro.
Il Febo o l’Apollo della Renna Creative ci lascia sempre spunti utili per ragionare, costruire, crescere. Hop è un progetto ambizioso che nasce in questo luogo fantastico che è lo studiolo del Prof. Avellinese. Mutato più volte come questo maledetto virus, anche il progetto prende malformazioni diverse da quelle originali ma sempre funzionali all’arte! L’arte intesa come dimensione mentale dove cercando di convogliare la musica, le luci, i sapori e gli odori dell’instante preciso in cui la guardi! In questo momento così difficile da descrivere a parole, si percepisce quello che è l’anima del progetto: il salto.

Hop è il salto che fai appena riesci a capire che una cosa ti piace o non ti piace, a prescindere della conoscenza e della cultura stessa dell’arte. “Mi piace perché lo sento che è bello” Questa è stata la prima sensazione che abbiamo avuto restando un oretta a guardare le opere grande maestro Iaccheo. Sensazione che conferma anche chi, di un pò di arte ne capisce. Oggi nasce HOP, presto vi faremo sapere dove e cosa sarà il prossimo salto.

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EDOARDO IACCHEO
pittore, incisore, ceramista e scenografo. Per molti anni è stato insegnante all’Accademia Liceo Artistico di VENEZIA poi presso l’Istituto d’Arte di VERONA, SALERNO, EBOLI, AVELLINO dove attualmente vive e lavora. Edoardo Iaccheo ha allestito diverse mostre personali e la sua capacità progettuale l’ha visto in primo piano nel campo della Scenografia Teatrale, quale collaboratore e poi esecutore d’importanti opere presso il TEATRO ROMANO di VERONA, con il M° L. BRUNELLI dal 1972/1982. Ha lavorato come attrezzista scenico nel Teatro Laboratorio diretto dal regista EZIO MARIA CASERTA, ed è stato invitato nel 1974 con la stessa compagnia teatrale alla BIENNALE di VENEZIA nella sezione Teatro presentando le Maschere sul Savonarola. Altre notizie della sua attività si trovano presso l’Archivio per l’Arte Italiana del 900 “Kusthistorisches in Florenz” di Firenze. Studio d’Arte c/da San Tommaso 53/T 83100 Avellino. Attualmente è direttore Artistico nello spazio OFFICINA 10 Avellino via L. Amabile n°10 AV. Nelle opere di Iaccheo ogni elemento fa da contrappunto all’altro, risultando imprescindibile a un solido gioco d’insieme. Nella ragnatela filiforme di segni, un’unica composizione o un doppio mare di colori si richiamano e si corrispondono, trovando piena coesione in un elemento materico centrale, che funge da ineludibile ombelico del mondo. L’arte di Iaccheo, dopo essersi razionalmente sbizzarrita nel folto fluire delle forme, ha sempre bisogno di una sorta di autoreferenzialità antropologica che la riporti al suo nucleo costitutivo, archetipico ed ancestrale. La materia richiama la forza di una memoria irrinunciabile, che si fa centro dell’universo, ardua e avventurosa. Si fa ricerca critica di forme e soluzioni molto più libere, rispetto al passato, di spaziare. Si tenta con ineluttabile naturalezza di dimostrare come nel sistema dell’arte ancora una volta sono gli archetipi ancestrali ad esercitare un ruolo fondamentale, prima ed oltre ogni eccesso psicologico nel quale si può sempre rischiare di naufragare. Oltre ogni significazione, la radice e la ragione più profonda di questa nuova ricerca artistica di Iaccheo va individuata, a sommesso avviso di chi scrive, nel trionfo povero e provvisorio della forma, che si appartiene tutta intera e propone la sua esemplare ed effimera presenza. Non può non esserci calcolo nell’arte, l’importante però è non farlo vedere, come se tutto fosse depositato per caso, per significare una funzione persino dissociata dalla sua forma.